mercoledì 20 maggio 2020

Iniziano gli incontri a l'Ombretta di Salgareda -La sostenibilità nella filiera agroalimentare


Mentre l'Asvis lancia dal 21 maggio Asvis Live : tre passi verso il Festival dello Sviluppo Sostenibile, Borghi d'Europa, nel quadro del progetto 'L'Europa delle Scienze e della Cultura',
inaugura un percorso in otto tappe lungo le rive della Piave, per 'preparare' i temi del viaggio
del gusto che porterà ad ESOF2020,Euroscience Open Forum,Trieste Capitale Europea della
Scienza.
' La sostenibilità nella filiera agroalimentare' è il tema che stà alla base degli interventi di
informazione di Borghi d'Europa, dell'Associazione L'Altratavola (Acsi) e dell'Associazione
Culturale Ombretta di Salgareda, ove si svolgeranno fisicamente gli incontri.

Il primo appuntamento si terrà il 28 maggio e avrà come tema la filiera delle carni ( con
l'intervento della Società Agricola SAN GIOBBE (Chiusi-Siena,alleva e vende carni bovine di pura razza chianina e limousine. Ciclo chiuso, filiera corta, qualità certificata e della Macelleria Carne Diem (Noventa di Piave-Ve)  e la filiera del vino ( Prepotto,Terra dello Schioppettino, con
l'intervento del dott.Mattia Bianchini , Az.Agr.Grillo Iole ).
La redazione di Borghi d'Europa assicurerà l'approccio multimediale e la riproposta
dell'incontro a Milano,vetrina del Buone Bello Vivere.
Borghi d'Europa : l'andar per osterie - YouTube 
Guglielmo e Andrea dell'Associazione OMBRETTA,Salgareda

giovedì 7 maggio 2020

Il Percorso Eurovinum nella Sinistra Piave : i vini di Giovanni Frozza a Vidor


Dall’osteria della bisnonna fino a Giovanni - oggi titolare della Cantina Frozza - sono passate quattro generazioni e si potrebbe dire: “ne è passato di vino nei tini!” E’ da allora che famiglia Frozza a Colbertaldo di Vidor continua a produrre il genuino e sincero Prosecco di Valdobbiadene Docg (marchio assegnato solo a Montello e Colli Asolani prosecco e Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene) vini di gran qualità, lavorati sempre con lo stesso impegno e sempre per la gioia dei clienti che possono così gustare il Dei Opereta (unico prosecco fermo) il Val Mesdì in versione frizzante e i Prosecco Superiore Col dell'Orso Extra Dry e Rive di Corbeltaldo Brut, a cui si aggiunge il tradizionale “frizzante” che si prepara nel periodo di Pasqua e il “particolare” Colfondo, rifermentato in bottiglia e non filtrato. Da ricordare che oggi il prosecco (sapore secco, frizzante e fruttato, con eventuali sentori di crosta di pane e lievito, vino ideale per piatti a base di pesce o crostacei e per antipasti) è il vino italiano più esportato all'estero e – udite udite! – nel 2014 ha superato per la prima volta lo Champagne per numero di bottiglie vendute nel mondo… Giovanni Frozza con l’orgoglio di portare avanti la missione di famiglia, si dedica totalmente ai suoi vini: basta il naso per rendersi conto della notevole personalità che hanno: il Valdobbiadene DOCG Spumante brut “Rive di Colbertaldo” Prosecco Superiore: perlage continuo e grande brillantezza, colore paglierino, riflessi verdolini, minerale e delicato, con sentori floreali di ginestra e biancospino, di pesca bianca, mandorla e lieve cenno di crosta di pane; il Valdobbiadene DOCG Spumante extra dry “Col dell’Orso” Prosecco Superiore: bella spuma iniziale, intensa e prolungata, colore giallo paglierino e bouquet fruttato di pera, pesca bianca ed erbe di campo, con evidente vena minerale e di leggera dolcezza da extra dry; il Valdobbiadene DOCG prosecco tranquillo “Dei Opereta”: dai quattro ettari sul Col dell'Orso fino alle 4000 bottiglie/anno, si presenta di colore paglierino, dà sensazioni floreali molto piacevoli, minerale con toni agrumati di lime, cedro e pompelmo, mandorla e mela verde. Bevibilità e persistenza sorprendenti, un vino ideale con antipasti e piatti di pesce. Giovanni ha un suo preferito, senza etichetta e alla vista, leggermente diverso dagli altri: è rifermentato in bottiglia e senza sboccatura, quindi un po’ torbido… è sempre esistito sulla avola dei trevigiani. Si vendemmia in ottobre e si vinifica con i loro lieviti indigeni… E’ il Prosecco Colfondo! Giallo paglierino, con piacevole e persistente effervescenza, al naso è un po’ timido, poi emergono note floreali e fruttate di pera e di mela e una mineralità decisa e continua. Giovanni si chiede perché ha tanti amici che vanno a trovarlo sempre più spesso…. Forse lui conosce la risposta. (GfL)
 
Azienda agricola Frozza
via Martiri della Liberazione, 31
31020 Colbertaldo di Vidor TV
Tel. 0423 987069
e-mail valdobbiadene@frozza.it
IL PROSECCO DI FROZZA – GIUGNO 2014

La Via dei Norcini di Borghi d'Europa nella Sinistra Piave : Macelleria da Robert


Borghi d'Europa ha inserito nel Percorso Internazionale La Via dei Norcini la Macelleria
da Robert a Farra di Soligo (TV).
Nel 2015, dopo una visita gustosa, il report dei giornalisti su Giallo Zafferano :

Salumi “de na volta” – Macelleria Robert

A Farra di Soligo, in via del Sole, è situata la macelleria da Robert, il cui nome deriva dal titolare definito dalla moglie Renata “un pò strambo”. Ma se così non fosse, non troveremo probabilmente una carne così eccellente e di qualità.
Ciò che caratterizza la macelleria è infatti la tanta passione che Robert mette nel suo lavoro e la semplicità: partendo da questi presupposti Robert seleziona carni esclusivamente nazionali, che vengono lavorate in modo assolutamente naturale seguendo i metodi di una volta, come si faceva nelle vecchie case contadine. L’uso minimo delle spezie permette di assaporare il gusto del prodotto iniziale. Solo così si capisce infatti la qualità delle carni lavorate in questa macelleria.
Ecco allora svelato l’altro punto di forza: Robert lavora in prima persona le carni e i salumi che vende, cosa che ormai è raro trovare nelle macellerie, poichè è molto importate stare al passo con le leggi e i certificati richiesti a livello sanitario.
Menzion particolare alla sopressa e alla pancetta (così buona che Robert ci ha svelato il segreto di tanto successo, un tocco di salame; potremo dire che si tratta del colpo di genio di un artista).
Accanto ai salumi e carni artigianali, nella bottega troviamo molti prodotti di complemento, selezionati con cura dai titolari: prodotti diversi da quelli che troviamo nei classici supermercati.

Macelleria da Robert - Home | Facebook

sabato 2 maggio 2020

A Santa Maria del Piave, tra i Percorsi della Fede e la Via dei Norcini



I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno dedicato alcune delle tappe dei

Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa a Santa Maria del Piave (Mareno di Piave)
Santa Maria del Piave era un ospedale-monastero cistercense nell'attuale provincia di Treviso. In origine sorgeva presso l'omonima frazione di Mareno di Piave (l'antica località Talpon) e in seguito fu riedificato nella vicina Lovadina di Spresiano. Borghi d’Europa ne ripropone la storia, all’interno del viaggio nelle Terre della Piave.
Il monastero si trovava in un'area assai battuta dai traffici, presso una zona di guadi posta sul medio corso del Piave e all'incrocio tra le strade Ungaresca e Alemanna. Compito dell'istituzione era infatti dare ospitalità a mercanti, pellegrini e viandanti in genere che vi transitavano.Santa Maria del Piave sarebbe stata fondata (o rifondata) attorno all'anno Mille e in origine fu gestita da una congregazione diversa dai cistercensi. La sua importanza era cresciuta all'epoca delle crociate, con l'aumento dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. In concomitanza, nobili ed ecclesiastici ne avevano accresciuto le ricchezze attraverso donazioni, mentre vari ordini militari e lo stesso pontefice ne avevano garantito la protezione. Da Santa Maria dipendevano varie chiese poste lungo il Piave e il Livenza.
Nel 1229, essendo il complesso decadente sia dal punto di vista materiale che spirituale, papa Gregorio IX lo affidò ai cistercensi dell'abbazia di Follina, scelta che risultò felice per un certo periodo. A determinare la fine dell'istituzione furono però altri eventi: la diminuzione dei pellegrinaggi, le razzie degli eserciti di passaggio e, soprattutto, le disastrose piene del Piave. Significativa fu quella del 1368, quando il fiume mutò il suo corso e il monastero finì per trovarsi nel mezzo di un'isola. Poiché il Piave fungeva (e funge tuttora) da confine fra le diocesi di Ceneda e di Treviso, l'istituzione passò dal controllo dell'una all'altra.
Alle inondazioni si aggiunse la decadenza spirituale. Distrutto da un'altra terribile ondata, nel 1459 l'abate commendatario Venceslao da Porcia lo fece ricostruire sulla sponda destra, presso Lovadina. Tuttavia la mancanza di monaci portò, alla fine del XV secolo, all'unione con il monastero femminile di Santa Maria degli Angeli di Murano.


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Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane


PIER ANGELO PASSOLUNGHI. Studioso e ricercatore di storia veneta,esperto di storia religiosa per cui collabora a varie riviste nazionali, ha curato varie pubblicazioni, in particolare di Storia e Bibliografia della Sinistra Piave.


"....S. Maria del Piave, antico ospedale sorto presso un'importante zona di guadi
sul medio corso del fiume.
Inizialmente si trattò di una chiesa con funzioni ospedaliere affidata ad una
comunità di cui non si conosce la regola professata. Nato o rinato attorno al
Mille nel fervore della ripresa religiosa e commerciale,fra i suoi compiti c'era
l'ospitalità a viandanti,pellegrini e mercanti che guadavano il Piave.
Sorto all' incrocio tra le vie ungarica e alemanna presso un boschetto di pioppi in località (appunto) Talpon non distante da Mareno, l'ospedale aveva accresciuto la propria importanza all'epoca delle Crociate allorché si era trovato sul percorso via terra per la
Palestina. Nel 1120 i conti di Treviso, di Colfosco, di Ceneda ed i signori da Montaner ne
avevano congiuntamente fatto oggetto di importanti donazioni e ben presto, a garantirne la protezione dagli appetiti degli ordini militari che ne avevano tentato il rilevamento, erano arrivate le bolle di protezione papale. Fra le chiese dipendenti per lo più dislocate lungo il Piave che papa Lucio III nel 1177 aveva posto nel patrocinioapostolico, ne figuravano
pure alcune presso il Livenza: si trattava in quest'ultimo caso delle cappelle di
Santo Stefano di Meschio (Pinidello) e San Gottardo di Cordignano.
Poichè agl'inizi del Duecento, l'ospedale risultava in piena decadenza spirituale
e materiale, nella primavera del 1229 papa Gregorio ne aveva disposto la
riforma, affidandolo al controllo dell'abate di Follina. L'arrivo di monaci del non
distante monastero della pedemontana produsse gli effetti desiderati, inducendo
quelli che vi vivevano già ad accettare la regola cistercense tanto che ben presto
la casa plavense potè riprendersi.
La perdita d'importanza rispetto ai flussi verso la Terra Santa del secolo
precedente e i distruttivi passaggi d'eserciti dovuti alle continue guerre che tra
Due e Trecento coinvolsero la Marca gravando sui guadi, finirono però col farsi
ben presto sentire in forma negativa. I maggiori danni venne però ad arrecarli il
Piave con le sue piene distruttive: nel 1368 un' onda del fiume più violenta del solito
completamente circondò l'area ove sorgevano le fabbriche, riducendolo ad isola.
Sorto in diocesi di Ceneda sulla sponda sinistra, il monastero si trovò così in
mezzo al guado, tanto che finì col venir indicato appartenere ora alla diocesi di
Ceneda, ora a quella di Treviso. Colpito da ulteriori inondazioni, ed ormai in
piena crisi vocazionale, a metà Quattrocento subì una pesantissima distruzione
che lo abbattè dalle fondamenta. Il commendatario Venceslao da Porcia ne
ricercò nel 1459 pronta riedificazione presso la più sicura riva destra a
Lovadina, ma essendo le nuove fabbriche rimaste vuote per mancanza di
monaci, a fine secolo il suo beneficio economico venne unito alle monache di S.
Maria degli Angeli di Murano."
home - Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto

La Bottega dei Ricordi
La Via dei Norcini : i salumi dell’Azienda Dino ed Alberto Marcon a Santa Maria del Piave
Il Viaggio del gusto di Borghi d’Europa lungo la Piave,ha condotto i giornalisti e i comunicatori
a visitare l’azienda agricola di Dino ed Alberto Marcon, a Santa Maria di Piave.
Le Piccole Produzioni Locali (PPL) sono aziende alimentari con un ridotto circuito commerciale
che realizzano prodotti alimentari tradizionali del territorio veneto.
Grazie a un sistema integrato fra aziende e sanità pubblica la Regione Veneto garantisce che i
prodotti delle aziende PPL vengano realizzati nel rispetto di standard qualitativi e norme sanitarie.
I prodotti derivano dalla lavorazione della carne dei maiali allevati in azienda. Le fasi di lavorazione cui sono sottoposti, rispettano gli usi e le tradizioni di un tempo e prevedono il solo impiego di ingredienti come il sale, il pepe e gli aromi naturali, senza l’aggiunta di conservanti come nitriti e nitrati.
Le macellazioni vengono fatte soltanto in alcuni periodi dell’anno, da ottobre a marzo.
È possibile effettuare visite per conoscere i produttori e la natura dell’azienda, caratterizzata da piccole produzioni naturali.
La degustazione delle eccellenze di casa è avvenuta nel corso della registrazione di una puntata della trasmissione multimediale L’Italia del Gusto.
L’azienda è stata così inserita nel percorso d’informazione de Le Vie dei Norcini.
Prodotti
Cotechino, cotechino con lingua, lingua con muscolo, ossocollo, pancetta, salame, salsiccia, sopressa, sopressa con filetto.